Rocca di Roffeno: terra di Borlenghi e Borlengai
Tra le manifestazioni estive organizzate a Rocca di Roffeno spicca la festa del Borlengo che solitamente si svolge a Giugno. Il Borlengo è un originale prodotto gastronomico della montagna per il quale è stato depositato un disciplinare che ne garantisce la denominazione di produzione. Si definisce col nome "Borlengo" quel cibo preparato cuocendo una pasta liquida chiamata "colla", in un recipiente di rame stagnato, chiamato "sole" o "rola" condito con un composto, chiamato "cunza" e Parmigiano Reggiano grattugiato; viene consumato appena pronto piegandolo in quattro. La "colla" è preparata con un impasto liquido di farina sale e acqua (che a Rocca di Roffeno viene usata rigorosamente di Fonte), con la possibilità di aggiunta di uova (da 1 a 5 ogni chilogrammo di farina). La "concia" è un impasto scaldato di pancetta o lardo macinati aggiunto di aglio e rosmarino pestati. Il "sole" è una padella di rame stagnato con o senza manico, forgiata a mano, del diametro di 40-50 centimetri.
Il disciplinare di produzione si rifà alla tradizione centenaria riscontrata tramite specifiche ricerche che hanno evidenziato come zona di produzione quella che comprende i territori dei comuni di Castel d'Aiano, Guiglia, Marano sul Panaro, Savignano sul Panaro, Vignola e Zocca e in parte i territori dei comuni di Castello di Serravalle, Montese, Pavullo, Savigno e Serramazzoni.
Il borlengo cibo d'inverno. " ….. La stagione ideale per tradizione è sempre stato l'inverno. Il borlengo "cibo burla" era preparato con particolare riferimento al periodo di carnevale. In inverno il camino era acceso e le braci sempre a disposizione per essere poste sotto il "sole ". Cucinare i borlenghi richiedeva tempo e, in inverno, lontano dal lavoro dei campi il tempo non mancava. Diventava quindi una festa ritrovarsi davanti al fuoco; mangiare i borlenghi era un rito, cucinarli un 'arte.... " (Le strade del borlengo Maggio 2000) " ……. Adesso ci sono attrezzature moderne, quegli affari apposta a gas sui quali viene sistemata la padella con il manico. Una volta, invece, noi li cuocevamo su una stufa ed era molto difficile, perché la stufa doveva sempre essere mantenuta a calore costante e ottimale. Se la stufa era troppo calda il borlengo bruciava, se al contrario era poco calda, il borlengo non si coceva bene. Era un dramma mantenere il calore giusto. E in aggiunta la padella di rame che si usava era difficile da maneggiare, perché non aveva il manico e si usavano due pezzi di stoffa due straccetti per non bruciarsi le dita " (le strade del borlengo maggio 2000) " …… Quando i borlenghi si cuocevano sulle braci del camino e sulla stufa a legna, era necessario anche conoscere bene le sinergie termiche legna-ghisa e soprattutto avere un 'indefessa sopportazione al calore " (Le strade del borlengo maggio 2000)
Il borlengo quindi come cibo della tradizione ed occasione per stare insieme nelle sere d 'inverno come motivazione per uscire di casa e "andare a veglia" per fare quattro chiacchiere. Sicuramente sapori e tradizioni d'altri tempi, ma attuali oggi a Rocca di Roffeno che o con un gruppo di giovani Borlengai di tutto rispetto (i borlengai di Rocca di Roffeno hanno già avuto diversi riconoscimenti e vengono chiamati a manifestazioni sportive, sagre e iniziative folkloristiche e gastronomiche) o e una giornata organizzata in onore di questo piatto così particolare, vuole ricreare un'occasione per riscoprire l'allegria dello stare insieme e l'importanza di raccontare ancora una volta le abitudini e il modo di vita di un passato non così poi tanto lontano.